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La Digue: piccola perla nell'Oceano Indiano

12-13 gennaio

Partenza da Fiumicino alle 22 con vettore Etihad destinazione Abu Dhabi. L’aereo è stipato di passeggeri, piuttosto scomodo per i sedili molto angusti, con catering decisamente scadente. Dopo 2 ore di sosta si vola verso Mahé. All’arrivo il contatto dell’agenzia “Creole” è pronto ad attenderci. Il trasferimento per il porto è ben organizzato. Circa 2 ore di attesa per il catamarano veloce, che, nonostante il mare formato, ci ha traghettato a Praslin in orario. Anche lì buona assistenza della “Creole” per l’ultimo traghetto.

Finalmente, molto stanchi ma felici, arriviamo a La Digue.

L’ingresso nel piccolo porto è emozionante, viste le condizioni del mare, ma il comandante con destrezza ci ha portati all’ ormeggio. Dal porticciolo il trasferimento a Le Surmer viene fatto in taxi. La posizione della struttura è strategica: a due passi da una bella spiaggetta privata con lettini all’ombra di un gigantesco albero. Lo chalet è ampio e confortevole, con cucina completamente attrezzata. La responsabile della struttura (Brigitte) è disponibile, gentile e pronta a soddisfare ogni nostra richiesta. Il collegamento wi-fi (20€ per 10 giorni) è buono e tutti gli elettrodomestici sono funzionanti.

14 gennaio

Con le biciclette prese a noleggio a Le Surmer (100 SCR al giorno, circa 6€) iniziamo la scoperta dell’ isola. Nelle immediate vicinanze, abbiamo individuato 2 market e una banca con sportello bancomat perfettamente funzionante. In prossimità del porto, al mattino, ci sono delle bancarelle di frutta e verdura fresche, molto buone, a prezzi convenienti. Per comprare il pesce bisogna essere fortunati e riuscire ad intercettare il pescatore quando torna a terra.

Con direzione nord, raggiungiamo Anse Severe: bellissima spiaggia, sabbia corallina. Lungo il percorso abbiamo incontrato delle tartarughe di terra giganti “libere”. Doppiata l’estremità nord dell’ isola, continuiamo la gita, scoprendo scorci di natura spettacolari, fino al bar “Chez Jules”, dove gustiamo un buonissimo frullato di mango e papaya: 100 SCR ben spese (poco meno di 6€). Ristorati, prendiamo la via del ritorno.

Usciamo per mangiare qualcosa e troviamo la pizzeria Gregoire’s. Consiglio importante: portare sempre con sé una torcia quando si esce la sera, perché le strade sono per la maggior parte buie, le bici sono sprovviste di fanalini, corrono e … tengono la sinistra!! Velo pietoso sulla pizza: errore da non ripetere.

15 gennaio

La giornata è bella! Rapida spesa al mercato della frutta, al centro di La Passe: manghi, papaye, frutti della passione, lime, bananine, avocado…sembra un sogno!!

Si parte con direzione Grand Anse. Il percorso è vario, con tratti in salita, ma fortunatamente si snoda all’ombra di una fittissima e lussureggiante vegetazione. All’arrivo lo spettacolo è mozzafiato. Lunghissima spiaggia bianca, corallina, soffice, circondata da maestose rocce granitiche e palme e fitto sottobosco.

Nonostante le onde, l’ accesso al mare non presenta pericoli, visto il fondale sabbioso. Si può nuotare in un mare profondo, turchese, pescoso, piacevolmente caldo. Strategiche le pinne per nuotare in sicurezza in presenza di correnti. Nelle ore più calde, all’ ombra di una palma, merenda e grande pausa di lettura con pennica.

Al ritorno sosta per un frullato di papaia da BiBì (50 SCR, poco meno di 3€), non eccezionale. Cena in casa con ottimo pesce arrosto comprato da un pescatore appena sceso dalla sua barca.

16 gennaio

Finalmente andiamo ad Anse Source d'Argent. L’ ingresso costa 115 SCR (7€ circa). La suggestione degli scorci e dell’ambiente vale la sua fama.

La sabbia è finissima e punteggiata di corallo rosa. Le rocce granitiche maestose e suggestive. Deludente purtroppo il bagno a causa della bassa marea. Il corallo e’ morto. Nelle pozze tuttavia si riesce a fare un po’ di snorkeling ed a vedere diversi branchetti di pesci tropicali che vi restano intrappolati. Facendo un giro nella riserva incontriamo le tartarughe giganti, purtroppo non in libertà come nel resto dell’isola , ma confinate in un grosso vascone melmoso. Simpatica la piantagione di vaniglia, molto curata, con i filari pacciamati con i gusci delle noci di cocco.

Cena al Take away “Bor Lanmer”, situato vicino all’ufficio della Creole, a La Passe. È consigliabile passare in mattinata a prenotare il pesce, che può essere mangiato anche lì su dei tavoli all’ aperto. Buono il pesce, molto spartano ma la cucina è buona. Ottimo il rapporto qualità prezzo.

17 gennaio

Anse Severe. Giornata rilassante, passeggiate e pedalate. Anche qui a causa della bassa marea non siamo riusciti a nuotare in quanto le onde non ci consentivano di superare il limite della barriera. Si possono incontrare mucche che hanno necessità di grattarsi… le corna!!!

Un simpatico ragazzo creolo ci offre sulla spiaggia del cocco e ci invita al suo chiosco: “turtle bar”. Da non ripetere: il succo di papaya era molto annacquato: 100 SCR mal spese.

18 gennaio

Direzione Petite Anse. Di nuovo un angolo di paradiso che si raggiunge da Grand Anse percorrendo un sentiero un po’ scosceso (10 minuti circa) in mezzo ad una folta vegetazione. Conviene indossare scarpette da ginnastica. La spiaggia al mattino è deserta, la sabbia è la più fine di tutta l’isola, il fondale sabbioso consente un ottimo bagno e delle belle nuotate.E’ consigliabile indossare le pinne per nuotare con tranquillità, senza timore della corrente. Si vedono branchetti di grossi pesci.

Cena al ristorante “Belle Vue” con una simpatica coppia di italiani, anche loro ospiti di Le Surmer. Avventuroso il tragitto dalla costa fino al ristorante, situato in cima alla collina, su per una strada molto ripida e stretta, sul cassone aperto di un camioncino, attrezzato con panche di legno. Il panorama merita, è bellissimo. Molto buona e curata la cucina, simpatico il personale, in un ambiente accogliente. Il menù è fisso (10 euro l’aperitivo e 35 la cena, compreso il trasporto).

19 gennaio

Giornata no. Il tempo cambia e siamo costretti a rinunciare alla gita in barca. Passeggiata in bici fino ad Anse Fourmis. Bello il paesaggio. Salviamo un pesciolino di barriera rimasto intrappolato con la bassa marea!!! Al ritorno proviamo l’ebbrezza di un acquazzone tropicale!!! Violento ma per fortuna breve. Troviamo riparo in un chioschetto della frutta. Appena spiovuto ripartiamo e... colpo di fortuna, vediamo dei ragazzi creoli che andavano a caccia di polpi sulla scogliera. Riusciamo ad acquistarne uno che gusteremo a cena.

20 gennaio

Il tempo è ancora variabile, ma Kevin (lo scafista con il quale avevamo prenotato la gita) ci fa sapere che la gita è confermata e che ci attende al molo. Bel motoscafo, ma l’equipaggio è scostante e frettoloso.

Destinazione Coco Island e Felicitè, durata prevista 4 ore. Anche qui la barriera è morta. A Coco Island la visibilità è discreta, ci sono molti pesci vicino agli scogli, ma le correnti erano forti e ci hanno richiamato a bordo. Non hanno voluto ancorarsi e farci scendere sull’ isola. Ci spostiamo a Felicitè. La visibilità qui è pessima. tentiamo un secondo bagno cambiando baia: va un po’ meglio, ma mentre ancora stavamo nuotando , ci richiamano a bordo e dopo appena 2 ore eravamo di nuovo in porto a La Digue. Pessima valutazione dell’organizzazione che fa capo a Kevin.

21 gennaio

La vacanza volge al termine. Ci concediamo una bella giornata di relax in spiaggia ad Anse Severe.

22 gennaio

Torniamo a Petit Anse, dove avevamo lasciato il cuore. Trascorriamo lì una splendida giornata fatta di sole, bagni, passeggiate. Al ritorno ci fermiamo al chiosco di Simon per un piatto di frutta fresca ed un fantastico frullato (115 SCR).

23 gennaio

Partenza. Trascorriamo alcune ore a Mahè, in attesa del volo e, grazie alla cortesia della Creole che ci ha consentito di lasciare nel loro ufficio i bagagli, abbiamo potuto fare una visita a Victoria e aggirarci tra le caratteristiche bancarelle del mercato del pesce, della frutta e delle spezie. Il 24 gennaio siamo di nuovo in Italia.

Pino e Giovanna

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