Curiosando tra le Seychelles in catamarano
I preparativi
Erano ormai anni che desideravo questo viaggio e volevo farlo proprio così, in barca. Sono un amante del mare, da anni con mia moglie e le mie figlie, ci divertiamo a girovagare tra le diverse isole, baie, anfratti della Sardegna e dell’Elba, grazie al gommone, in più, di tanto in tanto, quando il tempo me lo permette, vado a fare qualche giro in barca vela, per qualche giorno, con alcuni amici.
Mia moglie al contrario, non facendo vela, prima di questo viaggio era preoccupata all’idea di dormire in mare, fuori dal porto, e ancor più forse temeva la convivenza in spazi ristretti, che può offrire normalmente una barca a vela, con persone non conosciute e per di più di madrelingua diversa dalla nostra.
Quando mia moglie ha accettato di seguirmi in questo viaggio è stata per me una grossa sorpresa. Abbiamo già un po’ viaggiato all’estero ai Caraibi, (Repubblica Dominicana, Isole Vergini Britanniche, ecc), alle Maldive (Gangehi), in Mar Rosso (Marsha Alam, Sharm El Sheik), oltre ovviamente in Europa, ma questo viaggio mi incuriosiva da sempre.
Sono un amante della natura e dello snorkelling e mi commuovo di fronte a certi scenari che solo la natura può offrire, (quali un bel tramonto, o una piccola baia, o una miriade di piccoli pesci che colorano i fondali) e chissà perché, per me le Seychelles hanno sempre rappresentato tutto questo, sommate poi una barca a vela, che per me è il simbolo della libertà, il luogo dove ritrovare se stessi e liberarmi completamente la testa da tutti i pensieri che normalmente l’assillano...per me è la perfezione...ma per mia moglie? Questo il dubbio che mi assillava.
Così appena mia moglie ha accettato, complice la ricorrenza del nostro 25 anniversario di matrimonio, ho cercato tramite internet mille diverse soluzioni, anche se in realtà la crociera di sette giorni, sul catamarano che avevo visto sul sito della Seyvillas, VPM Cocktail Créole, poteva rispondere a tutte le nostre necessità e aspettative, (catamarano di grandi dimensioni, quindi con grandi spazi a disposizione, cabine molto più grandi rispetto ad una normale barca a vela, maggiore stabilità alla fonda ed anche in navigazione, possibilità di visitare diverse baie accedendo proprio via mare...perfetto). Detto fatto ho prenotato, (non prima di aver disturbato più volte le ragazze di SeyVillas, che con una pazienza infinita hanno risposto a tutte le domande che mia moglie mi preparava).
La partenza
Il 31 Marzo ci siamo imbarcati, (su un aereo), a Bologna con destinazione Dubai compagnia Emirates. Devo dire i prezzi erano abbastanza simili a quelli di altre compagnie (eccetto Ethiopian con la quale abbiamo preferito non viaggiare per evitare la vaccinazione contro la febbre gialla che avremmo dovuto fare avendo transitato in questo paese). Il volo eccellente il personale gentilissimo, servizio di intrattenimento ottimo, spazio... si sa in classe economica un po’ sacrificato. Dopo due ore di attesa a Dubai, volo Dubai Mahé, (sempre Emirates) e qui il personale molto meno gentile e attento alle esigenze dei passeggeri (forse perché eravamo in classe economica?).
Alla mattina alle 6,30 siamo atterrati a Mahè, un’oretta per il disbrigo delle procedure doganali e subito dopo, all’uscita, ad attenderci, abbiamo trovato il personale della Creole, gentilissimo, che ci ha dato il benvenuto, fornito la documentazione ed invitato ad attendere un’altra coppia che sarebbe venuta con noi ad Eden Island. A pochi metri dalla “postazione” della Creole, abbiamo trovato un chiosco della Cable&Wireless, (ed abbiamo così approfittato per acquistare una SIM precaricata per le telefonate in Italia, come ci era stato consigliato dal personale SeyVillas). Dopo pochi istanti, ci ha raggiunto l’altra coppia, che con nostra grande sorpresa, era italiana ed anche loro avrebbero partecipato al nostro stesso viaggio. Da subito si è creato un buon rapporto a livello umano.
Insieme abbiamo raggiunto, grazie al VAN riservato da Seyvillas, peraltro accogliente ed in ottimo stato, Eden Island e di qui l’Hotel Eden Blue, dove abbiamo deciso di fare colazione, qualche bagno in piscina, in attesa delle 15, (ora di imbarco). L’hotel è molto accogliente e anche se non ha una propria spiaggia, ha la piscina che ha vista proprio sulla Marina di Eden Island (un bel colpo d’occhio).
All’orario prestabilito, un impiegato dell’hotel si è offerto di accompagnarci all’imbarco con una macchina elettrica, quelle utilizzate tipicamente sui campi da golf, (pochi minuti a piedi, ma che sotto il solo cocente, alle 14.00, con bagagli ed abbigliamento non proprio idoneo, non sarebbero stati piacevoli).
Eden Island oggi è ancora un in larga parte un cantiere e al punto di imbarco, a parte i servizi igienici (nuovissimi), al momento non c’era altro, (anche se a pochi minuti a piedi c’è un supermercato, nel quale non siamo andati preferendo rimanere all’ombra).
L’imbarco sul catamarano
Verso le 16 il comandante ci ha dato il permesso di salire a bordo, ci ha illustrato il catamarano, assegnato la cabina e dopo un breve rinfresco, finalmente siamo partiti, destinazione Sainte Anne Marine Park.
Cabina accogliente, pulita, profumata e per chi come me ha viaggiato in barca a vela, grande!!! Un armadio a tutta altezza dove appendere anche abiti più lunghi, unito ad un armadietto più piccolo. Sotto il letto matrimoniale, di buone dimensioni, due vani dove stivare i bagagli: premetto, noi avevamo borsoni da barca in tela e non valigie rigide, ma avanzava spazio anche per gli zaini che avevamo come bagaglio a mano.
L’altezza della cabina era uniforme (oltre 2 mt) in tutto l’ambiente, anche sopra il letto. Il bagno dotato di toilette nautica elettrica e doccia (soluzione tipica da barca a vela), di buone dimensioni. Il rinfrescamento della cabina è garantito da un ventilatore e da un boccaporto di grandi dimensioni.
Il tempo non era perfetto e qualche scroscio d’acqua ha bagnato un po’ la coperta del catamarano, ma in poco più di mezz’ora eravamo al Sainte Anne Marine Park, (dove non abbiamo perso tempo per fare subito un po’ di snorkelling). Qui una prima sorpresa, piacevole, mi avevano detto di non aspettarmi granchè dal punto di vista sottomarino, mentre ho trovato grandi branchi di pesci colorati, cioè pesci pappagallo, pesci angelo, pesci farfalla, pesci palla...purtroppo contornati da una barriera che, a causa del nino, dava ben pochi segni di vita.
Alla fine della giornata ci siamo però goduti un doppio arcobaleno ed un bel tramonto.
Cena ottima a base di pesce freschissimo, verdure, riso, il tutto con i tipici sapori della cucina creola, che il nostro Chef Daniel ci ha preparato (e non è stato che l’inizio). Un cielo stellato, da far rabbrividire, e il dolce rollio del mare, (ben poca cosa per chi è abituato a dormire in rada in barca a vela nei nostri mari), ci hanno fatto addormentare pressochè subito.
Il mattino dopo, il sole ed una splendida colazione a base di frutta fresca, (che noi in Italia ci sogniamo per sapori, morbidezza, colori), uova, pane tostato, corn flakes e per i più golosi, nutella e marmellata, ci hanno caricati di energie super positive.
Praslin
Dopo la colazione partenza per Praslin, a vele spiegate, (anche solo per farci felici, perché c’erano si e no dieci nodi di vento e viste le oltre 30 miglia da fare, il comandante ha ritenuto opportuno mantenere i motori accesi), ma il sole, il vento, i colori, la natura...non ce ne siamo neanche accorti.
Ovviamente per chi ama la barca a vela la vacanza è nel viaggio ed in queste 6 ore di navigazione, abbiamo avuto tutto il tempo di ammirare il paradiso intorno a noi, di scattare foto, di prendere il sole, di rilassarci pienamente, ognuno come meglio credeva. Io ne ho approfittato un po’ per parlare con il comandante e il suo equipaggio e farmi dare qualche informazione in più sulla rotta, la navigazione ecc. mentre mia moglie si godeva beatamente il sole...e le chiacchiere.
Poi finalmente Praslin.
Avevamo già avuto modo di capire durante la navigazione, nell’avvicinamento all’isola, a quale meraviglia stavamo andando incontro, ma la nostra immaginazione era ben lontana da quanto ci aspettava. Anse Georgette, dove il colore delle piante, del mare, i profumi: tutto era superlativo!
Il tempo per affondare l’ancora e subito un tuffo in questo mare cristallino e ricco di pesci colorati... pensavamo di aver toccato il culmine ed invece... nel pomeriggio Anse Lazio.
In acqua migliaia di pesci colorati ci sfioravano, incuranti della nostra presenza, volpi volanti si libravano nel cielo azzurro, centinaia di diverse tipologie di piante, dai colori e dai fiori profumatissimi... indimenticabile. Le ore passate qui per me valevano tutte le ore di viaggio, sarei potuto tornare a casa già felice, ma molto ancora ci aspettava. Cena sempre a base di pesce freschissimo, e poi tutti a nanna.
Il mattino seguente...che dire, trovarsi a fare colazione davanti a questo spettacolo.
Poi poche miglia di navigazione per raggiungere Anse Volbert (Cote d'Or). All’arrivo un breve temporale ci fa scendere a terra con i K-Way (poco male), di qui con un taxi raggiungiamo il parco Vallée de Mai.
Qui il simpatico Vincenzo ci fa da guida all’interno del parco, facendoci fare l’intero percorso e spiegandoci in modo dettagliato la flora e la fauna locale. Terminato il breve tour (1,5 ore), riprendiamo il taxi per risalire a bordo. Un pranzo e poi partenza per Coco.
Coco Island è un gioiellino che emerge dalle acque turchesi, con dei massi enormi sulla spiaggia bianchissima, interamente formata da coralli sgretolati, dai quali emergono, come per miracolo, alberi da cocco alti decine di metri. In acqua di nuovo pesci variopinti di ogni tipo e colore, unico neo la barriera sottomarina bianca, non mostra segni di ripresa a causa del nino. Appena uscito dall’acqua, a pochi passi da me, una sorpresa, uno squalo pinna grigia che viene a farci compagnia a riva, probabilmente tradito dalla risacca abbastanza forte.
Il tempo di risalire a bordo e si fa rotta per La Digue, dove abbiamo passato la notte.
La Digue
L’indomani mattina, subito dopo colazione, noleggiamo le biciclette e noi quattro italiani, soliti temerari, decidiamo di affrontare subito la strada con i maggiori saliscendi, che ci porterà all’ultima spiaggia raggiungibile per strada: Anse Fourmis. La strada è molto bella e per fortuna in alcuni punti in ombra, le salite sono tutte pedalabili, (anche se io faccio bicicletta durante l’anno e Roberto, l’altro italiano, è uno sportivo nato, le nostre mogli hanno dovuto fare alcuni tratti a piedi...sudando non poco). Dopo un rapido bagno decidiamo di prendere la strada per il ritorno e ci fermiamo a Anse Banane, Anse Grosse Roche, Anse Gaulettes, Anse Patates, Anse Severe (che secondo me è la più carina). Purtroppo, nel viaggio di ritorno, un temporale tropicale ci investe con tutta la sula forza. Io e Monica, (mia moglie), decidiamo di fermarci a bere qualcosa, Roberto e sua moglie proseguono sotto un’acqua torrenziale. Dopo due ore circa il tempo migliora e con gli immancabili k-way ripartiamo facendo molta attenzione soprattutto in discesa, dove la sabbia e l’acqua sull’asfalto ci fanno “divertire”. Raggiungiamo Jetty ed Anse La Réunion (che non riusciamo a visitare perché occorrono delle Rupie per entrare, noi non le abbiamo, non accettano gli euro e le carte di credito e non abbiamo il tempo per tornare a Jetty a cambiare e ritornare). Ormai il tempo a nostra disposizione è scaduto, Monica è stanca, torniamo a bordo.
Dopo la solita cena ad elevatissimo livello, cambia il tempo e durante la notte, un temporale fortissimo si abbatte su di noi, il mare rimane calmo, così come il vento. Per fortuna è il periodo di cambiamento tra i due monsoni (scelto appositamente per la calma del mare, del vento e la trasparenza dell’acqua, che lo contraddistinguono).
L’indomani mattina il cielo è plumbeo e piove ancora, dovremmo andare a Cousin, ma il tempo ce lo sconsiglia, in quanto nessuno di noi ha voglia di prendere un’altra lavata come quella del giorno prima e peraltro il comandante ci avvisa che probabilmente non vedremmo nulla, visto il meteo. Decidiamo quindi di “ripiegare” su Saint Pierre, dove nonostante l’acqua che scende dal cielo, (che rimane plumbeo), decidiamo, a dir la verità in pochi, di scendere in acqua a fare snorkelling.
Appena entrato in acqua, un branco di pesci chirurgo mi avvolge e migliaia di altri piccoli pesciolini blu nuotano su un letto di ricci neri enormi, creando dei contrasti bellissimi. A pochi passi una razza mi passa a fianco, a quel punto il mio entusiasmo sale alle stelle, chiamo gli altri e nel giro di 30 secondi il catamarano si svuota e sono tutti in acqua, incuranti della pioggia, del cielo, ecc. sembriamo un gruppo di bambini in un parco di divertimenti e pensare che il più giovane ha 46 anni e il più anziano poco più di 70...cosa può fare l’amore per la natura.
Risaliamo in barca ormai tutti felici di quanto abbiamo visto e pranziamo, poi partenza verso Curieuse, dove vive una colonia di tartarughe giganti. Scendiamo in spiaggia e via alle foto, non solo con le tartarughe e allo loro peripezie per accaparrarsi il mangiare dai turisti, ma anche alla bella spiaggia e relativi blocchi di granito.
Mahé
Ritornati a bordo facciamo rotta verso Mahé, mentre il cielo si riempie di colori che cambiano istante per istante e che ci costringono a scattare decine e decine di foto, ad un tramonto interminabile ed insolito per i colori del mare, del cielo, ecc. Penso nessun regista possa immaginare di creare quanto abbiamo visto e fotografato.
Arriviamo alla Beau Vallon che è buio da almeno un paio d’ore, ceniamo, attendiamo la mezzanotte per iniziare a festeggiare il compleanno di una signora svizzera che ha deciso di voler iniziare i festeggiamenti all’ora esatta della sua nascita e di certo non ci tiriamo indietro.
Il mattino dopo c’è un sole splendido e fatta colazione scendiamo a terra, passando l’intera mattinata a Beau Vallon, una bella spiaggia bianca, (anche se personalmente non amo le spiagge lunghe e senza scogli), dove è possibile fare diverse tipologie di sport acquatici: sci nautico, moto d’acqua, paracadute ascensionale, banana boat, ecc. oppure nuotare placidamente in un’acqua limpida e poco profonda. Risaliamo a bordo e subito dopo, partenza per una piccola sorpresa finale. Ormai convinti di aver visto il meglio il comandante vuole stupirci, (e ci riesce...come sempre), portandoci a Grand Anse. Purtroppo arriviamo che è ora di pranzo e riusciamo giusto a scattare qualche foto prima di andare a tavola, dove lo chef, per la prima volta, ci ha preparato la pasta: un pasticcio di maccheroni, funghi, prosciutto, parmiggiano reggiano, olive, ai quali noi italiani non resistiamo e due piatti a testa ci vanno tutti. Incuranti della digestione mettiamo pinne e maschere ed in acqua, i fondali non sono un granchè, ma le due spiaggette ci attirano troppo e rimaniamo in acqua almeno 2 ore prima di uscire, esausti ma felici. Risaliamo a bordo, per poi rituffarci, sappiamo che ormai la vacanza per noi è pressochè finita e diamo fondo alle ultime energie.
Risaliti a bordo una doccia e poi il comandante fa rotta verso Eden Island, dove il mattino seguente finirà la nostra vacanza, e dovremo congedarci da amici che forse non rivedremo più, ma con i quali abbiamo stretto rapporti unici grazie a quanto abbiamo vissuto e visto insieme.
La fine del viaggio
Arrivati ad Eden Island la tristezza ci avvolge, su una barca vicina alla nostra c’è gente che beve e fa festa, sulla nostra non si sente una mosca volare...poi il comandante ci chiama a tavola e per fortuna Daniel compie un’altra delle sue magie culinarie, risollevando il morale di tutti.
Decidiamo di aprire alcune bottiglie di buon vino anche noi e di festeggiare tutti insieme non esiste più un equipaggio ed un gruppo di turisti, ma “solo” tanti amici che vogliono godere di quegli ultimi istanti insieme. Nei nostri cuori, nei nostri occhi, riconosciamo quello che tutti noi sapevamo già dopo il primo giorno di navigazione insieme, di essere un tutt’uno, tanti buoni amici che si vogliono bene e che hanno in comune il rispetto verso gli altri e l’amore per la natura.
Il mattino seguente noi 4 italiani saremo gli unici a lasciare le Seychelles per tornare in Italia, mentre gli altri rimarranno ancora per una settimana in questo paradiso, lasciato in buone mani, a chi, con la semplicità ed un sorriso è stato in grado di capire quanto sia prezioso il bene che ha da custodire.
Sicuramente le Seychelles viste in catamarano non sono per tutti, non sono adatte a bambini, che si annoierebbero e rovinerebbero la vacanza agli altri, non sono per persone che ricercano balli e divertimento sino a notte tarda, sono per persone adulte, senza grandi pretese (cioè che non ricercano il lusso), ma che capiscono che il vero lusso è quello che li circonda: la natura, l’amicizia, l’amore.
Voglio ringraziare SeyVillas, per il supporto in fase di prenotazione, nei suggerimenti, e per non aver commesso nessun tipo di errore, rendendo veramente memorabile il nostro viaggio.
Voglio ringraziare inoltre VPM, (società di Charter nautico), che ha fornito la barca ed un equipaggio veramente speciale a partire dal Comandante con una esperienza, una competenza e una sensibilità uniche, lo chef SUPERLATIVO in qualsiasi piatto (memorabili i barracuda e i calamari alla Jesus Christ), fantastico il marinaio, grande pescatore, sempre disponibile per qualsiasi problema.
Voglio inoltre ringraziare tutti i compagni di questo viaggio (incluso l’equipaggio), che grazie alla loro intelligenza, sensibilità, capacità di saper stare insieme hanno permesso una vacanza MEMORABILE!
Luca e Monica