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La Digue: mini fuga in paradiso

L'arrivo

Avendo pochissimi giorni di ferie abbiamo optato per trascorrerli tutti nell'isola che più rappresentava il nostro modo di intendere una vacanza e La Digue ha risposto in pieno alle nostre aspettative: rigogliosa, da scoprire, a misura d'uomo e lontana dal turismo di massa. Tra l'altro, nonostante la stagione delle piogge il clima è rimasto soleggiato per l'intera durata del soggiorno.

Abbiamo prenotato i voli privatamente tramite Emirates e scelto la pensione sul sito di Seyvillas, che ci ha fornito anche l'assistenza in loco e tutti i trasferimenti attraverso un'agenzia locale.

L'arrivo a Victoria alle 7 del mattino ci ha visti pallidi e provati, ma pochi minuti dopo l'arrivo alla deliziosa Pension Michel, ci siamo recati a piedi nelle tranquille acque della Anse La Réunion, a nemmeno 200 m dalla pensione.

La Digue, Anse La RéunionLa Digue, Anse La Réunion

Sulla via del ritorno sosta al market per acquistare uno snack e birra locale da sorseggiare piedi all'aria nella veranda della nostra camera; giunge l'ora di cena, ogni sera un pasto tipicamente creolo perfettamente equilibrato e comprensivo di antipasti, riso, carne, pesce, contorni e dolce.

Dopo cena passeggiata a La Passe, dove seduti sul molo ci facciamo ipnotizzare dai pesci che si rincorrono tra i flutti della rilevante corrente e ci rendiamo conto di essere davvero stanchi. Il sonno ci accoglie in un tripudio di cuscini, plumeria e hibiscus.

Primo giorno

Il mattino dopo noleggiamo le biciclette e ci rechiamo verso la famosa Anse Source d'Argent, a 750 m dalla pensione. Paghiamo il biglietto di 100scr all'ingresso del Parco e seguiamo il sentiero: la vista si riempie di quelli che saranno i colori che caratterizzeranno tutti i giorni della nostra permanenza: il bianco della sabbia, l'azzurro del mare, il verde brillante della vegetazione e il grigio dei graniti.

Laura ad Anse Source d'ArgentLaura ad Anse Source d'Argent

Troviamo un angolo di spiaggia circondato dagli scogli tutto per noi e andiamo a scoprire le meraviglie dei fondali: non siamo nella Grande Barriera Corallina ma pesci di vari colori e un'inquietante razza che ci è scivolata vicino ci hanno comunque soddisfatti. Niente pranzo, il chioschetto offre strepitosi succhi di frutta e non ben definiti cocktails. Ci spingiamo un po' più a sud ma un'alta scogliera ci fa desistere, così prendiamo le bici e decidiamo per l'arrampicata verso il bar Bellevue, a circa 300m s.l.m. Inutile dire che qualche ripidissimo tratto della salita è stato fatto a piedi, ma l'enorme fatica è stata ben ripagata dalla meravigliosa vista che si gode da lassù. Il tempo di bere qualcosa e siamo scesi giù a rotta di collo (non prima di aver verificato lo stato dei freni...) verso La Réunion, La Passe e oltrepassando il porto appena in tempo per il tramonto su Anse Severe.

La Digue, tramonto su Anse SevereLa Digue, tramonto su Anse Severe

Secondo giorno

L'isola misura non più di 5km in lunghezza e 3km in larghezza, vogliamo vederne il più possibile in questi pochissimi giorni: si punta all'altro versante. In porto prenotiamo un'escursione in barca alle vicine isole di Coco e Félicité per il pomeriggio; proseguiamo quindi verso Anse Severe e l'estrema punta a nord, doppiandola. La strada lastricata costeggia il mare e da Anse Patates scendiamo fino a dove si interrompe.

La Digue, in bici nei pressi di Anse PatatesLa Digue, in bici nei pressi di Anse Patates

Da qui si può procedere a piedi ma decidiamo di fermarci nella grande Anse Banane sotto un enorme albero e il chiosco con le strategiche sedie del bancone vista mare dietro di noi. Arriviamo in porto in anticipo, ma siamo gli unici occupanti della barca per cui partiamo alla volta di Coco Island:

Coco IslandCoco Island Pesci dai colori indefinibili ed enormi e una curiosa tartaruga che ci viene incontro per farsi fotografare. tartaruga amichevole tra Coco e Félicitètartaruga amichevole tra Coco e Félicitè

L'isola di Félicitè ci accoglie con un nuovo "mostro" alberghiero in costruzione: con qualche fatica arriviamo sulla sabbia bianca e lì restiamo ad ammirare le orme del passaggio delle tartarughe. Tramonto dai tavoli sulla sabbia del Fish Trap bar, vicino al porto.

La Digue, aperitivo sul mareLa Digue, aperitivo sul mare

Terzo giorno

Rimane da esplorare il lato a sud est, basta scollinare e siamo su Grand Anse, un'immensa baia bianchissima incorniciata dalle lussureggianti colline. Proseguiamo a piedi verso la Petite Anse e quindi la nostra destinazione: Anse Cocos. Incantevole, piccola ed isolata, non troviamo quasi nessuno (in molti desistono per la camminata di almeno 30 minuti per raggiungerla attraverso un sentiero che è molto ben indicato da manine di legno)

Simone in vista di Anse Cocos, La DigueSimone in vista di Anse Cocos, La Digue

Un uccello del paradiso dalla lunga coda bianca completa questo meraviglioso scenario. Sulla via del ritorno ci fermiamo nelle alte onde oceaniche di Grand Anse, unico punto dell'isola in cui vediamo qualche tavola da surf.

La partenza

Si inizia a familiarizzare ma è giunto il momento di andar via. Mattina ad Anse La Réunion, come il primo pomeriggio; la marea non è alta ma i fondali ci regalano tartarughe, razze e strani pesci nascosti dietro ancore abbandonate. Arriviamo in aeroporto a Victoria molto in anticipo rispetto all'orario d'imbarco così depositiamo i trolleys presso la stazione di Polizia e ci facciamo portare da un taxi ad Eden Island Marina, un porticciolo turistico con lussuosi appartamenti e yacht che ricorda la Costa Smeralda. Molto bello, buoni ristoranti e perfetto tramonto. Pronti ad imbarcarci per Dubai, dove trascorriamo la notte in giro per la città e quindi per Malpensa.

Sono stati dei giorni perfetti. Grazie Seychelles, grazie Seyvillas!

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